Ricerca Storica Torpediniera Audace
di Cesare Balzi e Massimiliano Canossa
Nel 1916 la Regia Marina non possedeva un numero adeguato di siluranti e rilevò il progetto della Marina giapponese, ribattezzando il cacciatorpediniere Kawakaze con il nome di “Intrepido”. Il 30 agosto del 1916 il cacciatorpediniere Audace, già in attività con la Regia Marina, affondò in seguito a uno speronamento e il nuovo cacciatorpediniere Intrepido fu rinominato Audace.
Questa nuova nave era completamente diversa dagli altri caccia in servizio nella Regia Marina, sia per dimensione che per caratteristiche. Costò 4.600.000 di lire dell’epoca ed era particolarmente veloce, superava infatti i 30 nodi con un dislocamento di 898 tonnellate. Lo scafo era in acciaio, lungo quasi 90 metri, era suddiviso da 19 paratie stagne trasversali, 12 delle quali si estendevano fino al ponte di coperta. L’unità era dotata di 2 paramine di tipo C per il dragaggio in corsa, di 8 bombe da getto e di una torpedine da traino “Ginocchio” sistemata a poppa.
Nel complesso era un’ottima unità, con larga autonomia e buona qualità nautiche, che tuttavia non ebbe nessun seguito nella Regia Marina.
L’Audace giunse a Napoli il 9 gennaio 1917 e fu completato dall’armamento stabilito dalla Marina italiana. Nel marzo successivo si trasferì a Brindisi e nella navigazione Messina-Taranto scortò i Smg H.1 e H.2 in arrivo dal Canada. Per tutta la durata della Grande Guerra rimase in Alto Adriatico dove svolse numerose missioni di guerra.
Le attività di maggior rilievo si svolsero nel novembre del 1918: infatti fu la prima unità della Marina italiana a entrare a Trieste liberata il 3 novembre 1918, avendo a bordo il Generale Carlo Petitti di Roreto, nominato Governatore della Venezia Giulia. Il 7 novembre entrò a Zara sbarcando reparti italiani e viveri per la popolazione.
Il 10 novembre tornò a Trieste sbarcando il Re d’Italia Vittorio Emanuele III accompagnato dai Generali Armando Diaz e Pietro Badoglio, sul molo San Carlo, che in seguito prese il nome di molo Audace, mentre il lungomare adiacente prese il nome di Riva 3 Novembre.
L’unità si trasferì successivamente a Fiume e a Pola; a Sebenico il 23 dicembre 1918 prestò soccorso al piroscafo britannico Queen Elizabeth danneggiato da una mina presso Punta Maestra.
Il 24 marzo 1919, con a bordo il Re, il Ministro della Marina e i Presidenti delle Camere, si fece incontro alla formazione delle navi austro-ungariche assegnate all’Italia che si trasferivano da Pola a Venezia. Dal settembre 1920 al giugno 1921 rimase stazionario a Smirne, alle dipendenze del Comando Divisione del Levante, e quindi a Sebenico. Dopo un periodo di lavori a Taranto fu inviato in missione a Candia. Nel gennaio 1923 raggiunse Tripoli rimanendo a disposizione del Governatore per circa tre mesi. Nell’agosto dello stesso anno fu a Tangeri in missione riservatissima con a bordo una Commissione interalleata. Fino al 1928 l’Audace fu dislocato a Taranto dove spesso alzò l’insegna di nave ammiraglia dipartimentale. Durante la stagione estiva entrò temporaneamente a far parte delle squadriglie assegnate all’Armata Navale effettuando con esse esercitazioni a crociere nel Dodecaneso e in acque greche. Fu poi assegnato alla Divisione Speciale come unità di riserva e fino al declassamento a torpediniera, avvenuto il 1 ottobre 1929, esplicò una modesta attività in Alto Adriatico. Venne poi dislocata a Tripoli come nave stazionaria per poi raggiungere il Mar Rosso dove entrò a far parte del gruppo di «unità sottili» della Divisione Navale in Africa Orientale. Nel 1937, durante la guerra civile, eseguì alcune crociere in acque spagnole. Durante questo periodo fu spesso a Tangeri, a Cadice e nei porti del Mediterraneo occidentale. Venne poi assegnata al Gruppo unità navali dell’Alto Tirreno come guida della nave radiocomandata San Marco. All’inizio del conflitto 1940-43 l’Audace fu dapprima assegnata alla Scuola cannonieri di Pola e successivamente alla Scuola sommergibili. Oltre all’attività addestrativa la torpediniera effettuò anche alcune missioni anti-sommergibili e scorta convogli. Nel 1942 le missioni di scorta divennero l’attività principale della torpediniera, che si spostò frequentemente lungo tutto l’Adriatico. Alla promulgazione dell’armistizio l’Audace si trovava a Trieste, da dove il giorno 9 si trasferì a Venezia. Dovette rientrare per avarie da un tentativo di lasciare la base per portarsi a sud. All’occupazione tedesca di Venezia venne catturata in stato di inefficienza e ribattezzata Toperdoboot TA20.
Toperdoboot TA20
Torpedoboote Ausland significava torpediniera straniera, denominate con la sigla TA seguita da un numero identificativo. Erano delle piccole cacciatorpediniere o delle grosse torpediniere catturate dai tedeschi e incorporate nella Kriegsmarine. La maggior parte di queste unità proveniva dalla Regia Marina e vennero catturate dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 e utilizzate prevalentemente nell’Adriatico.
L’Audace, con il nuovo nome di TA20, venne impiegata sotto bandiera germanica per la difesa del traffico e la posa di mine. Compì alcune missioni fino alla fine del 1943 contro posizioni di partigiani jugoslavi insieme al Niobe, ex Dalmazia, e alle torpediniere TA21 Wildfang, ex Insidioso e TA22, ex Giuseppe Missori. Il 26 ottobre del 1944 alcuni partigiani italiani avvisarono il comandante delle forze britanniche del nord Adriatico Morgan Gilles che alcuni mezzi navali tedeschi avevano lasciato la città di Zara per trasportare truppe sull’isola di Rab. Il 1 novembre 1944 i due cacciatorpedinieri britannici classe Hunt, HMS Wheatland e HMS Avon Vale, stavano pattugliando la costa sud dell’isola di Losjni, quando ricevettero indicazioni sulla possibile presenza di navi nemiche nella zona.
Alle ore 19.50 vennero segnalate due grosse navi che navigavano verso sud. Si trattava dei cacciasommergibili tedeschi UJ 202, ex Melpomene e UJ 208, ex Spingarda. I cacciatorpedinieri britannici interruppero immediatamente l’azione di pattugliamento e si diressero verso le due navi tedesche. Dopo venti minuti esse vennero intercettate e i due caccia inglesi aprirono il fuoco da una distanza di 3600 metri.
I due caccia tedeschi risposero prontamente al fuoco, ma in meno di dieci minuti vennero pesantemente danneggiati. Quando la prima corvetta affondò, l’Avon Ale iniziò il recupero dei superstiti tedeschi, mentre lo Wheatland continuò a colpire la seconda nave tedesca fino a provocare delle pesanti esplosioni a bordo. Improvvisamente comparve sulla scena il cacciatorpediniere TA20, il quale approfittò dell’opposta direzione delle due navi inglesi e aprì il fuoco. Prontamente queste ultime portarono la direzione di tiro sul TA20 e iniziarono a colpirlo pesantemente. L’equipaggio del TA20 capì che non poteva fare molto contro la potenza di tiro delle due navi inglesi e decise di scappare. Passarono pochi minuti e la torpediniera tedesca venne gravemente danneggiata iniziando ad affondare.
LE ULTIME ORE DEL TA20
Abbiamo ricevuto le informazioni dal signor Michael Brezze, il cui padre era ingegnere capo, imbarcato sul TA20 e sopravvissuto all’attacco.
“Al momento dell’attacco mio padre era nella sala macchine e non riusciva a vedere cosa stava succedendo. Ma, come mi ha raccontato, i colpi hanno colpito prima il ponte di comando uccidendo tutti i comandanti e gli ufficiali. La seconda raffica ha colpito la sala macchine e ferì gravemente mio padre. Poco dopo l’affondamento della nave i cacciatorpedinieri britannici raccolsero settantuno superstiti e il giorno successivo una fregata tedesca raccolse altri venti superstiti e li portò a Trieste. L’ultima azione del TA20 prima dell’affondamento fu quella di distruggere due fabbriche di liquori a Sibenico e Zara”.
TA20 (ex-AUDACE)
- Cantiere: Yarrow Scotstoun di Glasgow (UK)
- Impostata: 1 ottobre 1013
- Varata: 27 settembre 1916
- Consegnata: 23 dicembre 1916
- Dislocamento: 1250 tonn. e 1364 tonn. a pieno carico
- Armamento: quando appartenente alla Regia Marina: 4xLS 450 in impianti binati, 7×102/35 singoli, 2×40/39 singole
- quando passò alla Kriegsmarine: 2×102 mm/45, 2×37 mm Breda, 6×20 mm/65
- Motore: 3 caldaie Yarrow a vapore surriscaldato
- turbine Brown-Curtiss – 22000 HP – 2 eliche
- Velocità: effettiva 27 nodi (massima 30 nodi)
- Combustibile: 252 tonn. di nafta
- Autonomia: 2180 miglia a 15 nodi e 630 miglia a 30 nodi
- Misure: lunghezza: 87,59 m f.t.
- larghezza: 8,38 m
- immersione: 2,50 m a prora – 2,89 m a poppa
- Equipaggio: 5 ufficiali e 113 marinai
HMS AVON VALE E HMS WHEATLAND
- Cantiere Yarrow Shipbuilders Ltd. (Scotstoun, Scotland)
- Tipo Escort destroyer
- Classe Hunt (Tipo II)
- Varato 7 Giugno 1941
- Commissioned 3 Nov 1941
- Dislocamento 1050 BRT
- Lunghezza 85.3 m
- Equipaggio 164 men
- Armamento 6 4″ AA guns (3×2)
- 4 2pdr AA (1×4)
- 2 20mm AA (2×1)
- Velocità massima 29 nodi
- Potenza 19000 HP
Bibliografia:
“I cacciatorpedinieri italiani 1900-1966” – Ufficio Storico della Marina Militare, Roma 1966
“Navi militari perdute” – Ufficio Storico della marina Militare, Roma
“Italian Warships of World War II” -di Aldo Fraccaroli, Ian Allaz, 1968
“Le Navi da Guerra Italiane 1940-1945” di E. Bagnasco e E. Cernuschi, Ermanno Albertelli Editore, 2005
“The German Fleet at War, 1939-1945”, Vincent P. O’Hara, 2004
“Die deutschen Kriegsschiffe 1815-1945”, vol.2, Erich Groener, Dieter Jung, Martin Maass, Bernard & Graefe Verlag, 1999; disegno di Franz Mrva
“Beute-Zerstoerer und -Torpedoboote der Kriegsmarine” di Dr. Z.Freivogel, Marine-Arsenal, fasc. 46, Podzun-Pallas-Verlag, 2000
Rivista “Storia Militare” n. 36